La febbre, amica o nemica?

Scopriamolo

La febbre non è una malattia, ma un importante segnale del corpo che ci avvisa che sta lavorando per difendersi da un'infezione. È una risposta naturale ed evolutiva del sistema immunitario contro virus e batteri, che ha accompagnato l’uomo e gli animali nel corso della storia. Nonostante possa spaventare, soprattutto nei genitori, la febbre è un meccanismo protettivo che rallenta la crescita dei patogeni e stimola il sistema immunitario a rispondere in modo più efficace.

Cos’è la febbre e come funziona?

La febbre si verifica quando la temperatura corporea supera i 38°C. Questo fenomeno è causato da sostanze chiamate pirogeni, rilasciate durante un’infezione o un’infiammazione. I pirogeni agiscono sull’ipotalamo, il "termostato" del nostro corpo, aumentando il punto di regolazione della temperatura corporea. Per raggiungere questa nuova soglia, il corpo genera calore attraverso meccanismi come brividi o vasocostrizione, che ci fanno sentire freddi e accaldati allo stesso tempo.

Un alleato naturale: un po’ di storia

La febbre è stata riconosciuta fin dall’antichità come un potente alleato nella guarigione. Già Ippocrate, il "padre della medicina", scriveva che la febbre "consuma ciò che è dannoso" e invitava i medici a non sopprimerla inutilmente. Anche gli animali, come le lucertole, cercano fonti di calore per aumentare la loro temperatura corporea quando sono malati, dimostrando come questo meccanismo sia un’arma evolutiva universale.

Quando preoccuparsi?

Sebbene la febbre sia solitamente un sintomo benigno, ci sono situazioni in cui è importante consultare il medico:

  • Febbre superiore ai 40°C.

  • Il bambino è molto abbattuto, non beve o non urina.

  • Difficoltà respiratorie evidenti.

  • Convulsioni febbrili.

  • Nei bambini sotto i 3 mesi, la febbre deve sempre essere valutata da un medico, indipendentemente dalla temperatura.

Cosa fare in caso di febbre?

Se il bambino ha la febbre, l’obiettivo principale non è abbassarla a tutti i costi, ma garantire che sia a suo agio e ben idratato. Ecco cosa fare:

  1. Offrire molti liquidi: È fondamentale prevenire la disidratazione.

  2. Vestire il bambino in modo leggero: Evitare di coprirlo troppo, perché potrebbe aumentare la temperatura corporea.

  3. Misurare la temperatura con un termometro adeguato: I termometri digitali rettali o ascellari sono i più precisi nei bambini piccoli.

  4. Usare antipiretici solo quando necessario:

    • Paracetamolo o ibuprofene sono indicati se:

      • La febbre supera i 38,5-39°C.

      • Il bambino appare irritabile o molto abbattuto.

    • Seguite sempre il dosaggio indicato dal medico, basato sul peso del bambino.

Cosa evitare assolutamente?

  • Non coprire troppo il bambino: Questo può peggiorare la febbre.

  • Evitare acqua fredda o ghiaccio: Possono provocare brividi e aumentare il disagio.

  • Non somministrare antibiotici senza prescrizione medica: La febbre è spesso causata da virus, e gli antibiotici non sono efficaci contro di essi.

La febbre è davvero pericolosa?

Molti genitori temono che la febbre alta possa provocare danni cerebrali, ma è importante sapere che la febbre causata da infezioni comuni non è pericolosa di per sé. Ecco alcuni chiarimenti:

  • Le convulsioni febbrili, che spaventano molto, sono rare e non causano danni permanenti. Si verificano a causa della rapidità con cui la temperatura sale, non per il valore assoluto.

  • È normale che la febbre sia più alta la sera, anche in assenza di una malattia grave.

  • L’osservazione del comportamento del bambino è più importante del numero indicato dal termometro: un bambino febbrile che mangia, beve e gioca è un segnale rassicurante.

Conclusioni

La febbre è un segnale naturale che il corpo sta lavorando per combattere un’infezione. Come genitori, è importante osservare il comportamento del bambino più che il numero sul termometro. Se avete dubbi o il quadro clinico vi preoccupa, non esitate a contattarmi: sono qui per aiutarvi a gestire queste situazioni con serenità.

Le lucertole, pur essendo ectotermi, si spostano in luoghi più caldi quando sono malate, come se “inducessero” una febbre per accelerare la guarigione.

Nel 1800, Julius Wagner-Jauregg scoprì che indurre febbre nei pazienti con sifilide cerebrale (tramite la malaria!) poteva curare la malattia. Questo approccio, noto come “piroterapia”, gli valse il Premio Nobel per la Medicina nel 1927

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Neonati e lattanti fino a 10 Kg di peso

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